Note brevi sui vasi Ming

I vasi Ming, prodotti durante la Dinastia Ming (1368-1644), sono famosi in tutto il mondo. Chi li possiede li custodisce con estrema cura, chi invece non li possiede è disposto a pagare cifre ragguardevoli pur di acquistarli. I vasi Ming sono il simbolo di un passaggio di stile che segnò gli ultimi trent’anni del XIV secolo quando dagli oggetti complicati della dinastia precedente, quella dei Yuan, si passò a quelli più armoniosi e brillanti dei Ming. Sotto gli imperatori della dinastia Ming i ceramisti di Jingdezhen svilupparono nuove tecniche e materiali rendendo così le decorazioni, fino ad allora complicate, armoniose nelle forme. La maggior parte dei vasi presenta delle decorazioni in bianco e blu e mostrano una gradevolezza nelle forme e una sublime naturalezza. In questo modo la natura, il dragone (un’icona mitologica tipica della dinastia Ming) o le scene di vita vissuta sono diventate vere e proprie opere d’arte. Il vaso della dinastia dei Ming veniva creato tramite un particolare tipo di lavorazione della porcellana, un prodotto ceramico ottenuto dall’impasto di caolino, feldspato e quarzo cotti a temperature molto elevate. Per tutti gli amanti dell’arte cinese il Museo Archeologico virtuale di “Daphne Museum” propone un accoppiamento di vasi cinesi antichi e rarissimi, con una figura di drago tipica dell’arte Ming raffigurante due draghi in rilievo, coperto in una glassa blu, verde e gialla spessa. I vasi sono una collezione unica datata alla prima dinastia Ming, intorno al XIV secolo. Solo di recente l’artista Evan De Vilde ha chiuso un accordo con la Coca-Cola Spa per la realizzazione delle opere Ming: vasi Ming autentici e rari inseriti in bottiglie di cocacola come rappresentazione di arte contemporanea del concetto di Globalizzazione.

Antiche ceramiche cinesi durante la dinastia Ming

È impossibile parlare dei Ming, celebre dinastia della Cina imperiale, al potere dal 1368 al 1644, senza ricordare le sue ceramiche e porcellane (come i famosi vasi Ming), prodotte in gran parte a Jingdezhen, nel Jiangxi, vera a propria metropoli della ceramica. Giare, vasi, brocche, coppe, ciotole e piatti di ogni dimensione: oggetti destinati non solo alla gente comune ma anche all’esportazione (nel sud-est asiatico, in India e in Giappone).

Un decreto di oltre 1000 anni fa destinò la città di Jingdezhen, nella Cina meridionale, a produrre esclusivamente per il Palazzo imperiale, con tanto di marchio “di qualità”, incoronandola ufficialmente capitale nella produzione del settore della porcellana cinese di altissima qualità. Attualmente a Jingdezhen si trovano ancora alcuni laboratori e forni che operano secondo i vecchi metodi.

A raggiungere la perfezione nel periodo della dinastia Ming soprattutto la tecnica del bianco e blu: queste porcellane, dipinte con il cobalto importato dal vicino Oriente, rappresentavano un’importante fonte di introito perché incontravano il gusto della gente ed erano meno care di quelle policrome, avendo bisogno di un’unica cottura. I recipienti di minuscole dimensioni, ampiamente utilizzati nel corso di rituali o come corredo funebre, sono spesso decorati con motivi ispirati alla tradizione taoista e quella buddista, nonchè alla ricca simbologia cinese: soprattutto rappresentazioni di animali e motivi floreali – ornamentali.

Anna Civitillo