Francesco Cecere, un’idea artistica dell’informale

Conosco l’artista Francesco Cecere da moltissimi anni e ancora oggi mi chiedo come ogni volta possa stare tutto in una tela di quadro.

La pittura quando è arte contemporanea, se lo è davvero per molti per lui è la vita stessa che lo ha generato dai suoi sogni non sempre felici  e che oggi trovano spazio e soprattutto ritrovano forza  attraverso le opere altrimenti sacrificate al silenzio degli occhi.

Cecere Francesco così come raccontano i suoi lavori è figlio di un’epoca strizzata nel presente come dentifricio in un tubetto ormai traboccante, la terra è un luogo comunque piccolo e quindi per questo non basta a contenere il grido di terrore e di bellezza che le sue opere sembrano cantare  a chi guardandole comincia ad ascoltare. Tutti gli elementi sono rappresentati come fossero già all’interno della tela che chiede solo di essere ripulita dalla patina grigia della normalità, sottende a qualcosa che chiede spazio e forza per nascere. Non a caso il rosso è una figura costante negli ultimi lavori, è carico di ricordi ma anche proteso verso  future nascite che siamo ansiosi di vedere con gli occhi ma soprattutto con spirito libero.

Opere come “Gioco di un cuore ferito” (2008) o “Ghiacciai di parole” (2009-2010) rispondono al bisogno che i sensi hanno di lasciare la loro impronta che non sia sacrificabile al vizio del tempo e alla smania della dimenticanza. Richiede coraggio o qualcosa che sia almeno follia ritenere “Orgasmo” un insieme di temi colori e sensazioni che esplodono dal di dentro stesso dell’ autore e che altrimenti sopperirebbero alla cruda latitanza di giorni imperfetti.

C’è credo un distacco dai primi lavori che a meno di non cadere in errore è solo un distacco di intenti giammai di fede nelle proprie convinzioni. Il “Cerchio della resistenza” e “L’aurora” catturano il genio (del male?)  che non sa ancora dove può finire lo spazio e la materia a lui concessa schiudendosi così a percorsi veramente infiniti sottomettendo i sensi  all’opera di un uomo che ha fatto della pittura il prolungamento stesso dell’animo inquieto.

 

VINCENZO PIROZZI

 

Arte contemporanea: l’informale di Francesco Cecere

Verso la luce…

Recent Past è il titolo che Francesco Cecereha scelto per racchiudere i suoi lavori di arte contemporanea realizzati tra il 2003 ed il 2007.

Opere quindi non recentissime ma che necessitavano di un’esposizione complessiva, conclusiva atta a chiudere il cerchio! Poiché condivido questa necessità del lavoro ciclico ritengo opportuna la scelta di formare un corpus unico di una serie di opere, alcune delle quali proposte nella sede di Palazzo Venezia assieme allo scrivente ed ad altri autori, altre coeve per tempi e stile.

Ma perchè Cecere chiude il cerchio?
Cosa cerca? Di cosa deve liberarsi?

Probabilmente la stessa forza, la stessa energia che portava l’artista a realizzare corpose (e massicce) tele materiche sta cedendo il posto a più lievi composizioni che osserveremo nei prossimi anni, intanto è opportuno notare che all’interno dell’esposizione stessa vi è un percorso proteso verso dimensioni più regolari, toni sempre estremi ma più armonici, il nero dominante si apre lentamente al colore, alla luce?
La pittura è sempre informale, l’abbondanza dei neri venati di rosso echeggia su tutto ma, le autostrade percorse dall’ampio pennello non si fermano soltanto sui dossi accidentati del bitume, scivolano tra i solchi delle colature e s’immergono tra le pieghe di gamme cromatiche più chiare; è il preludio della nuova sintassi che si sta sviluppando.

Sarà ancora informale oppure qualcosa di molto diverso? Alla prossima mostra

Maurizio Barretta

Toward the light…

Recent Past is the title that the author has chosen to enclose their work done between 2003 and 2007.

Works then but not recent needed in a total exposure, which would close the circle closing! I share this because I need the work cycle to correctly choose to form a single set of a series of works, some of which are proposed in the Palazzo Venezia with the writer and other writers, other contemporaneous in time and style..

But why Cecere closes the circle?
What do you look? What should be freed?

Probably the same force, the same energy that led him to make full-bodied (and massive) tele matter is giving way to more subtle compositions that we observe in the coming years, in the meantime it should be noted that within the same exposure there is a path leaning toward more regular dimensions, shades always extreme but more harmonious, the black slowly opens dominant color, light?
Painting is always casual, plenty of blacks bloodshot echoing through everything, but traveled the highways from the large brush, do not stop only on the rough bumps of the bitumen, they slip between the furrows between the folds of sagging ranges lighter color, it is the prelude to the new syntax that is being developed.

Will still be informal or something different? The next show

Maurizio Barretta