Armando De Stefano
De Stefano Armando è nato a Napoli nel 1926, ed ha iniziato il suo percorso artistico nel 1947 dando presto vita, con altri artisti della sua città, al “Gruppo Sud”. Le sue opere sono organizzabili in cicli, in vere e proprie sequenze pittoriche che ripercorrono scene teatrali ed avvenimenti storici in modo realistico, pur non rientrando appieno nella definizione di opere realiste, piuttosto la poetica di questo maestro che nella sua arte omaggia spesso la cultura della sua città, si apre all’invenzione, al sogno, e soprattutto, attraverso una fervida immaginazione formale, ad una fitta trama di richiami e rimandi culturali che sono, o almeno dovrebbero essere, l’elemento portante di ogni grande opera d’arte.
De Stefano ha sempre dato grande spazio alla ricerca formale e ha sempre curato i valori figurativi, che per lui sono la base stessa del linguaggio pittorico. Negli anni dal 1956 al 1961 si è impegnato in un’area per molti aspetti vicina a quella dell’Espressionismo materico e ha frequentato anche l’arte astratta: questo potrebbe essere letto come un importante cambio di rotta, ma in realtà la scelta dell’artista non ha rappresentato una perdita di interesse per i medesimi valori formali seguiti con estrema coerenza per tutta la sua lunga carriera. Anche nei periodi e negli approcci meno figurativi nell’opera di De Stefano è infatti sempre rintracciabile il segno, che affiora dalle sovrapposizione di colori o ne resta a tratti sommerso, ma in ogni caso presente e spesso protagonista.
Dal 1962 il maestro riscopre il piacere delle immagini pittoriche dell’arte moderna e contemporanea a lui tanto care, dando così vita a grandi cicli narrativi, che dall’Inquisizione a Masaniello alla Rivoluzione napoletana del ’99, l’hanno impegnato in una intensa narrazione di alcuni dei fatti più drammatici della storia italiana.
Su Armando De Stefano è stato scritto molto in questi anni, d’altra parte la sua attività, che ancora continua, anche con la formazione di nuovi artisti presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli in cui insegna, ha ben rappresentato i cambiamenti degli ultimi 80 anni sulla scena dell’arte contemporanea.
De Stefano è stato definito da alcuni pittore di confine, per la sua capacità di frequentare le cifre stilistiche realiste senza farne mai il suo tratto preponderante, altri critici l’anno etichettato come un narratore visivo, con riferimento alla sua straordinaria capacità di mettere in scena sulla tela delle commedie, delle allegorie, delle storie di vita, morte e resurrezione. Delle vere e proprie sequenze pittoriche che più di certo cinema o teatro, riescono a miscelare in un’alchimia, dall’equilibrio spesso perfetto, scenografia, attori, maschere e storia da narrare. In sintesi, la definizione che ci pare inquadrare meglio di qualsiasi altra questo grande protagonista dell’arte contemporanea, è proprio quella di un narratore di storie, capace di raccontare fatti ed emozioni ricorrendo a cicli di immagini originali, intense, dal taglio cinematografico e dalla forte componente simbolica.
Evan De Vilde
vedi anche l’intervista ad Armando De Stefano realizzata da Sandro Ferrara e Teresa Esposito >>>